Delgado_1Presentato ieri, presso il laboratorio ‘Vubi’ in via Torre della Catena a Benevento, il romanzo dello scrittore napoletano Luca Delgado. Un incontro intenso e piacevole, ben diretto dalla titolare del laboratorio creativo, Virginia Bozzi, e dal giovane autore che si è mostrato affabile e schietto. Con schiettezza ed acume, infatti, Delgado ha dichiarato, sin da subito, che il tema portante del romanzo è incentrato sulla domanda ‘come siamo riusciti a complicarci la vita’, alludendo a quelle “Gabbie e a quei meccanismi in chi l’uomo contemporaneo è avvezzo ad infilarsi”. Con altrettanta immediata franchezza, però, lo scrittore ha rassicurato il pubblico, spiegando che “Il romanzo non è poi così pesante come l’interrogativo posto vuol farlo apparire”.
Ma veniamo alla storia ricca di personaggi e coprotagonisti su cui, tra tutti, spicca Felice, un clochard che vive, nel centro storico di Napoli, tra sbornie e quotidiane battaglie per la sopravvivenza. Grazie all’incontro con la bellissima attrice Elena, il protagonista Felice scoprirà di essere nuovamente interessato alla vita; scoprirà i segreti di Elena e del suo amante Maurizio; conoscerà Vera, la moglie tradita, e darà inizio ad una serie di inseguimenti ed appostamenti, arrivando così a divenire parte della vita dei personaggi e di quel mistero incentrato su un cadavere attaccato ad una corda.
Il romanzo, edito da Homo Scrivens, è dunque un noir che si caratterizza per l’esplorazione dell’aspetto psicologico dei personaggi e che incuriosisce il lettore grazie alla suspense. E’ un giallo che pagina dopo pagina racconta una Napoli diversa che va al di là degli stereotipi di ‘pizza e mandolino’, affrontando invece il tema quanto mai attuale dei senzatetto, uomini ombra spesso ignorati o mal sopportati.

Lo stesso Delgado ha spiegato poi al pubblico che il titolo,Delgado_3 ‘081’, il prefisso telefonico di Napoli, è espressione della solitudine e della napoletanità che si manifesta nella storia attraverso le voci dei personaggi. “Era il numero di tutti – dice l’autore – era il numero dei poveri e dei ricchi, era il numero di una casa, di un’intera famiglia; è stato l’ultimo numero che ha rappresentato una comunità, poi siamo diventati tutti più soli”. A fare da contraltare alla solitudine è quella tendenza, squisitamente umana, che spinge alla socievolezza ed alla collettività; pensiero – questo – magistralmente espresso da Delgado che, citando un passo del romanzo, afferma “Persino il più meschino degli uomini cerca la compagnia di altri uomini”.
A rendere ancora più piacevole l’incontro sono stati gli intermezzi musicali di Eugenio Delli Veneri, e soprattutto le letture di alcuni passi del libro eseguite da Antonella Rosa che ha saputo ancor più emozionare ed incuriosire il pubblico.

Delgado_2