Carissimo Ciuccio napoletano! Come va?
Ma chi è?
Ma come, non mi riconosci? Sono la zebra juventina”
Comincia così il libro di Fabrizio De Falco Il Ciuccio e la Zebra. Napoli e Juventus, che passione!, Natan Edizioni, Benevento 2013 (disponibile in tutti gli store online in versione ebook e cartacea), una lunga chiacchierata al telefono tra due “veri” tifosi – come scrive l’autore nell’Introduzione – il Ciuccio napoletano e la Zebra juventina, le mascotte di due club eternamente rivali che hanno fatto la storia del calcio italiano.
Il ciuccio e la zebra discutono appassionatamente ripercorrendo alcune delle fasi più significative della storia del Napoli e della Juventus. A margine i tabellini relativi alle sfide tra il Napoli e la Juventus dal 1970 ad oggi.
E’ un percorso circolare quello analizzato dalle due mascotte. Partite dall’ultimo trofeo conteso dalle due squadre (20 maggio 2012 finale disputata all’Olimpico di Roma che ha assegnato la Coppa Italia ai partenopei) passano in rassegna i momenti salienti della propria squadra, dalla fondazione fino alle imprese di Tevez e Higuain passando per i grandi degli anni Settanta e Ottanta come Zoff, Krol, Platini e il mito Maradona.
Ciuccio e Zebra si alternano nel riportare partite, curiosità, episodi, ricordare i gol importanti o spettacolari e le gesta dei portieri, esaltare la forza del collettivo o la genialità dei singoli campioni. La mascotte bianconera elenca i trofei vinti mentre quella azzurra sottolinea che non è la quantità delle vittorie a qualificare una squadra ma l’impegno, lo spettacolo e il gioco espresso in campo da calciatori capaci di creare un’alchimia con i propri tifosi.
Ciò che viene fuori è un botta e risposta ironico, fatto di sfottò misurati. E’ un confronto frizzante fra due differenti mentalità e modi di intendere il calcio che sono anche due filosofie di vita: quella della vecchia signora, la squadra più tifata d’Italia, abituata a vincere con la forza del collettivo e quella del glorioso SSC Napoli, squadra volitiva e appassionata che incarna una città fatta di alti e bassi ma sempre in grado di emozionare una tifoseria territoriale pronta a condividerne le sorti.
Un confronto che diventa nostalgico quando si paragona l’universo calcistico di ieri con quello di oggi. Gli scudetti più belli, i gol passati alla storia, le partite più entusiasmanti, le vittorie sul filo di lana, le sonore sconfitte, le formazioni più ricordate sono quelle degli anni passati, quando ogni giocatore aveva un numero di maglia corrispondente ad un preciso ruolo. I ricordi del passato sono più vividi rispetto a quelli del tempo delle pay-tv che rendono il calcio più spettacolare ma non lasciano spazio all’immaginazione e al fascino suscitato da una radiocronaca della domenica ascoltata con la radiolina a transistor.
Un confronto che avviene al momento stesso della telefonata perché il calcio e le discussioni calcistiche non si possono programmare.
“Le discussioni calcistiche si suddividono, a ben riflettere, in due grandi categorie: quelle tra tifosi di un’unica squadra e quelle tra tifosi di squadre avversarie. Nell’ambito della prima categoria la conversazione è caratterizzata da un atteggiamento di complicità e compartecipazione.(…) Con riguardo, invece, alle discussioni tra tifosi di squadre avversarie il confronto dialettico appare più disimpegnato. I toni sono quasi sempre goliardici e le argomentazioni calcistiche non sembrano, in molti casi, supportate da adeguata oggettività.”
Il Ciuccio e la Zebra è un gioco delle parti che risponde con ironia al tifo esasperato e agli episodi di razzismo territoriale.