corona_gabriele“Ho saputo ufficialmente dal Tribunale di Benevento di essere iscritto nel registro degli indagati per i reati di Diffamazione (art. 595 C.P.), Calunnia (art. 368 C.P.), Violenza privata e Minacce (art. 610 C.P.)” Questo è quanto scrive Gabriele Corona presidente di ‘Altrabenevento’ in una nota stampa diramata per fare chiarezza sull’intricata ed interminabile vicenda relativa al servizio di mensa scolastica.

“Sono stato denunciato dalla Ristorò – prosegue Corona – la ditta della famiglia Porcelli-Barretta che per 10 anni ha gestito indisturbata la mensa scolastica del Comune di Benevento, la quale mi accusa di aver organizzato un ‘disegno criminoso’ inventando accuse e prove per arrivare a far sospendere il servizio. La denuncia fa riferimento soprattutto all’episodio della pasta e ceci che la Ristorò aveva prodotto il 3 dicembre e che poi aveva dovuto buttare per la presenza di larve e di insetti. La ditta ha sempre nettamente smentito, precisando di aver buttato solamente i ceci, che non cuocevano per difetto della pentola, nel cassonetto dell’umido e di avere servito la pasta in brodo alle scuole. Questa tesi è stata ripetuta più volte con comunicati stampa e con video interviste. Anche il comandante della Polizia Municipale Moschella ha sostenuto la tesi della Ristorò, avendo accertato, a suo dire, che la pasta e ceci non era stata prodotta. Invece, nella video inchiesta del Corriere della Sera del 25 marzo scorso, il giornalista mostra le vasche delle fogne di uno stabilimento di proprietà della famiglia Porcelli-Barretta nella quale sono stati ritrovati i bustoni con pasta e ceci e centinaia di vaschette con residui del pasto e l’etichetta ‘Ristorò. Pasta e ceci del 3/12/2014’. Alcuni lavoratori della Ristorò, intervistati dal giornalista del Corriere, hanno confermato che la pasta e ceci era stata prodotta, sistemata nelle vaschette poi svuotate per la presenza di larve e insetti. Hanno spiegato che  le vaschette e i bustoni con il pasto incriminato erano stati nascosti nelle fogne di uno stabilimento da tempo inutilizzato a seguito di un incendio. È stata così confermata la denuncia pubblica fatta da Altrabenevento con più comunicati agli inizi di dicembre 2014 ed è stata invece smentita clamorosamente la tesi della Ristorò. Recentemente un cronista di giudiziaria ha affermato che l’Arpac, dopo 4 mesi dal fatto, ha esaminato le vaschette e la pasta e ceci, ma non ha trovato residui di insetti. Secondo il cronista questo accertamento smentirebbe Altrabenevento e confermerebbe la difesa della Ristorò. La notizia è stata accolta con esultanza dal Comandante Moschella, il quale si è precipitato a dichiarare a mezzo stampa che questo la inattendibilità delle dichiarazioni di Altrabenevento. In realtà, i funzionari dell’Arpac, dopo il sopralluogo effettuato il 10 aprile scorso, hanno attestato di essersi recati presso l’impianto di depurazione della società Complesso Polivalente Rossana e di aver proceduto ad aprire una vasca di fogna con la copertura in metallo, trovando alcune vaschette per il confezionamento di pasti, vuote, e 4 sacchi di colore nero. Quindi, l’Arpac e i Carabinieri hanno accertato che effettivamente nelle fogne dello stabilimento abbandonato erano state buttate almeno 400  vaschette con residui di pasta e ceci, molte delle quali ancora con l’etichetta della Ristorò. L’Arpac però, con una analisi solo visiva e senza esami di laboratorio, dichiara di non aver trovato tracce di insetti 127 giorni dopo il fatto.

La Ristorò si ritiene diffamata e Moschella esulta, ma nessuno spiega perché è stato necessario buttare la pasta con i ceci nelle fogne del vecchio stabilimento, insieme alle vaschette con etichetta. La Procura indaga per verificare se è vero che si tratta di una montatura da me orchestrata, come denunciato dalla famiglia Porcelli-Barretta. Secondo loro, io avrei cucinato decine di chili di pasta a cubetti con i ceci (e questo più o meno lo so fare), mi sarei procurato almeno 400/500 vaschette per alimenti proprio come quelle utilizzate dalla Ristorò (e pure questo lo potrei fare), avrei falsificato con lo stesso carattere e lo stesso tipo di carte le etichette con la scritta ‘Ristorò…pasta e ceci…3 dicembre 2014’ (e con un po’ di impegno anche questo mi riesce). Poi però avrei anche chiuso termicamente, con un apposito macchinario, le vaschette (questo è un po’ difficile ma con la collaborazione di una ditta concorrete della Ristorò si può fare). Dopo aver riaperto e svuotato le vaschette, mi sarei introdotto con alcuni complici nel vecchio stabilimento con 5 o 6 bustoni e li avrei collocati nelle vasche di metallo e di cemento. Poi avrei pagato diversi testimoni per fargli riferire la versione da me inventata e avrei anche pagato o ingannato il giornalista del Corriere della Sera.

Grande, complesso, faticoso, dispendioso, rischioso e costoso disegno criminale, ma come tutti i delitti perfetti, anche io ho commesso un piccolo errore: mi sono scordato di mettere un po’ di larve e di insetti nella pasta e ceci. Che imbecille, sono andato a fare un attentato dinamitardo e mi sono scordato l’esplosivo!

La mia iscrizione nel registro degli indagati a seguito di denuncia è un atto dovuto come lo è l’iscrizione di quei soggetti da me denunciati per truffa, frode contrattuale, mancati controlli e diffamazione. Aspettiamo di sapere che idea si sono fatti del ‘Giallo della Pasta e ceci con insetti dimenticati’, il tenente colonnello della Guardia di Finanza Luca Lauro, che conduce le indagini su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Miriam Lapalorcia”.