Si avvicina il 16 giugno 2015, data fissata per il pagamento dell’acconto della Tasi e dell’Imu. In questa occasione 19,7 milioni di proprietari di prima casa e 25 milioni di proprietari di altri immobili saranno chiamati al versamento della prima rata. Il conto tra Imu e Tasi a giugno sarà di 12 miliardi di euro.
Quest’anno non si verificherà il caos di quello scorso poichè, anche se i Comuni non hanno pubblicato le aliquote, l’acconto si pagherà con quelle deliberate lo scorso anno. Il costo medio della Tasi sarà di 180 euro medi (90 euro da versare con l’acconto), ma se si prendono a riferimento le sole Città capoluogo l’importo sale a 230 euro medi (115 euro per l’acconto), con punte di 403 euro. Cifre decisamente più alte per quanto riguarda l’acconto Imu sulle seconde case: il costo medio in questo caso è di 866 euro, di cui 433 euro da pagare con l’acconto di giugno. Questi dati emergono dal III° Rapporto Uil su Imu e Tasi elaborato dalla ‘Uil Servizio Politiche Territoriali’. Secondo i risultati della simulazione Uil, il costo maggiore in valori assoluti si registra a Torino con 403 euro medi a famiglia, segue Roma, Siena, Firenze, Genova. Si escludono Ragusa ed Olbia, uniche Città capoluogo nel 2014 a Tasi zero.
Per quanto riguarda le aliquote della Tasi, 35 Città hanno scelto l’aliquota del 3,3 per mille; altre 6 un’aliquota tra il 3 e il 3,2 per mille; 38 Città l’aliquota del 2,5 per mille; altre 6 Città sono tra il 2 e il 2,4 per mille.
Nella Città di Benevento verrà applicata l’aliquota del 2,5 per mille senza alcuna detrazione. Nella Città capoluogo, quindi, mediamente si pagheranno 244 euro di Tasi 2015, con un acconto di 122 euro. Questi, invece, i dati delle altre città capoluogo della Campania: Avellino € 216; Caserta € 252; Napoli € 318; Salerno € 277.
“A tutt’oggi oggi – commenta Fioravante Bosco, (Uil) – è difficile fare delle proiezioni per capire se nel 2015 con la Tasi la pressione fiscale delle famiglie, rispetto al 2014 aumenterà. Molto dipende dal fatto che il governo Renzi potrebbe confermare o meno per quest’anno i 625 milioni di euro di trasferimenti ai Comuni quale ristoro Imu-Tasi. Inoltre, il Governo ha annunciato che nel 2016 si cambierà nuovamente il modello di tassazione degli immobili, con l’introduzione della Local Tax. L’impressione della Uil è che si cambiano i nomi ma non la sostanza delle imposte locali. Se davvero il governo Renzi vorrà riformare il fisco comunale deve avere il coraggio quantomeno di andare verso il vero superamento delle Addizionali Comunali Irpef, che colpiscono direttamente il reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. E’ questa la riforma che si aspetta la Uil”.