Qualche giorno fa le sale della Rocca dei Rettori hanno fatto da cornice alla mostra sulla Mefite e il Mefitismo, promossa dal Centro di ricerca tradizioni popolari “La grande Madre” che ha in Franca Molinaro la fondatrice e l’appassionata sostenitrice. Quadri, progetti e lavori di ricerca hanno testimoniato il grande amore, la devozione per la terra e per la Grande Madre, per le proprie radici che si perdono nel tempo, nei millenni, ma che devono essere ritrovate e ricordate. I lavori esposti, di numerosi artisti, hanno offerto la possibilità anche a chi non conosceva il mito e la storia, di poter avere la percezione di un fenomeno complesso e osservabile da diverse inquadrature coesistenti, come l’archeologia, la storia, la geologia…

In ognuno di noi , uomo o donna, esiste la consapevolezza dell’autorità del mondo femminile e del magico universo in esso racchiuso. Tutto ciò che è tolleranza, protezione, fecondità e crescita viene rappresentato da una elevata spiritualità che esula dalla ragione e dall’intelletto, un’entità detta la Grande Madre o la Natura, come mediatrice tra il cielo e la terra, tra la terra e gli inferi, tra la vita e la morte. Fonte e origine di ogni essere vivente, offre la vita e la sostiene e la cura, per poi rinascere come le stagioni per gli alberi. Le pietre, l’acqua, le montagne i laghi e le esalazioni della terra rappresentano gli strumenti utilizzati dalla Natura, per percorrere i cicli essenziali, forze presenti e vitali, sorgenti di ogni forma di vita. In tutti i racconti mitologici, di ogni popolo, era sostanzialmente reale la presenza di dee e di templi religiosi, come testimoniano i ritrovamenti di statuine con attributi femminili, anche esageratamente evidenziati. Nella valle dell’Ansanto, in Irpinia un paesaggio brullo e inospitale accoglie il visitatore, insieme a fanghi biancastri e esalazioni solfuree. E’ un lago di acque che ribollono, spinte da soffi gassosi che provengono dalle profondità. Un luogo arcano di grande interesse archeologico, naturalistico e scientifico. Sulle sponde di questo lago si sviluppò il culto della dea Mefite, i ritrovamenti di oggetti sacri o di vittime immolate testimoniano la presenza di un tempio dedicata alla Dea, Dea benefica e guaritrice, dea materna e accogliente, nonostante il pericolo delle esalazioni tossiche. Ma il luogo non rappresenta un pericolo per chi lo conosce e lo rispetta, per chi sa usare nel giusto modo quella creta informe e maleodorante. Da luogo di culto dai tempi preistorici, la Mefite con Virgilio fu indicata come la porta degli inferi, malsano e venefico. Oggi questo luogo viene rivisitato e nobilitato, viene riportato alle primitive funzioni, alle sue cure benefiche. Se esistesse ancora il culto della Dea, se esistesse ancora il tempio, Franca Molinaro ne sarebbe la sacerdotessa. Donna di chiara cultura naturalistica, studiosa e attenta osservatrice di piante e animali, è convinta e convince anche i profani che il luogo è pericoloso e mortale solo per quelli che vi si accostano con poco rispetto e con curiosità sterile. E’ fondatrice e presidente della Grande Madre dal 2013, ma sospetto, anche operaia, economa, divulgatrice e entusiasta sostenitrice di attività collegate. Ha individuato una specie di ginestra, la Genista Anxantica, ha scomodato botanici di tutta Europa, perché fosse riconosciuta come endemica, pianta forte e resistente anche in quel luogo abbandonato da ogni altra forma di vita. Ma la ginestra anche per Leopardi è il simbolo di un arbusto resistente alle difficoltà che sopravvive in luoghi “che nessun altro albero o fiore allieta col suo aspetto”. Franca vuole restituire dignità e le primitive virtù terapeutiche alla valle dell’Ansanto, vuole il riconoscimento di un parco geobotanico, di una zona protetta. Franca è la ginestra, la Genista Anxantica, sfida gli scettici e gli indolenti, stimola curiosità e pretende attenzione, vive in comune, come dea protettrice, con una natura non facile ma non nemica.

Lidia Santoro per Corriere Sannita.