Il Congresso Nazionale dell’Adoi, ‘Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani’, si terrà quest’anno a Benevento da domani 24 settembre a sabato 27 settembre prossimi.
È questa la prima volta che il capoluogo sannita ospita un congresso scientifico di così ampia portata per numero di partecipanti e per quantità di relazioni. L’evento avrà contenuti scientifici di alto livello sulle principali novità in ambito diagnostico-terapeutico, che verranno presentati in simposi, letture e tavole rotonde.
Nel congresso verranno trattati ovviamente tutti i temi di maggiore attualità in campo dermatologico, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, spaziando dalle patologie oncologiche a quelle infiammatorie croniche, prima fra tutte la psoriasi, ma ci sarà spazio anche per le tecnologie innovative.
Il taglio progettuale si differenzierà profondamente dalle precedenti edizioni per il desiderio di voler dare una lettura ad ampio raggio dei fenomeni cutanei, con correlazioni al mondo della sociologia e delle altre discipline mediche.
Il Congresso non sarà, però, solo una kermesse scientifica per addetti ai lavori. Per volontà del presidente, il dermatologo Francesco Cusano, primario all’ospedale Rummo, infatti, il convegno avrà un forte impatto visivo con la città, collocando una struttura temporanea proprio davanti alla Rocca dei Rettori. Varie sedi del centro storico saranno, inoltre, coinvolte come sale congressuali e come sedi conviviali. Il logo del convegno è una rielaborazione del mitico cavallo di Mimmo Paladino.
Il territorio ha risposto proponendo attività e manifestazioni che si terranno proprio in concomitanza della quattro giorni scientifica. La lettura magistrale iniziale, sul tema ‘I confini del corpo: percezioni culturali e rappresentazioni sociali’, sarà tenuta dal professore Augusto Ferraiuolo, un antropologo culturale italiano, docente alla Boston University. Il professor Ferraiuolo interpreterà la pelle come un confine che separa l’io dal mondo esterno. E in quanto confine la analizzerà con categorie tipicamente antropologiche, nello specifico i concetti di instabilità, negoziazione e permeabilità. In questo modo la pelle sarà vista come un luogo dinamico, teatro di intense comunicazioni tra l’individuale e il sociale, luogo dove la concezione del corpo, apparentemente oggettiva ma di fatto frutto di categorie certamente non asettiche, media con la soggettività, con le sue valenze ancora una volta tra il singolare e il plurale.