Con il piede sull’acceleratore da parte del Governo, l’iter che prevedeva la soppressione di 23 prefetture entro il 2016 è stato spianato con l’invio ai sindacati, ieri, dell’ufficializzazione del provvedimento del ministero dell’Interno. Dopo aver perso la Banca d’Italia, l’Ufficio del Tesoro e la Scuola Allievi Carabinieri, per la nostra provincia, dunque, un’altro scacco matto con l’accorpamento della Prefettura di Benevento a quella di Avellino. Ovviamente la decisione rientra nella più generale manovra di riordino delle province e, dunque, si può parlare di ‘cronaca di una morte annunciata’, ma se è vero che il tutto è sotteso ad un recupero economico e al taglio della spesa, ci chiediamo: perché anche la nostra sede che è di proprietà del Demanio per la quale, dunque, non si hanno costi aggiuntivi come, ad esempio quello del fitto? Da cittadini che necessitano di servizi e che si pongono domande ci chiediamo anche: resteranno uffici territoriali locali o per un banale incendio, ad esempio, dovremo attendere ‘l’avvento’ dei vigili del fuoco da Avellino? Il dramma si fa ancora più forte se s’immagina che, con tutte le strade provinciali che si devono ‘ritoccare’, non osiamo immaginare quanto tempo possano impiegare i soccorsi a giungere in alcuni comuni lontani. Ecco dunque che il problema del riordino s’intreccia ancora una volta con quello altrettanto spinoso delle infrastrutture; ma andiamo avanti! Le parti sindacali, ovviamente, promettono battaglia sin da subito, tanto che il prossimo 23 settembre è prevista la prima manifestazione di protesta. Il Segretario Generale della Uil Pubblica Amministrazione di Benevento, Luigi Porrino, ad esempio ha dichiarato: “Questa è l’ennesima battaglia persa della nostra Città. Una lotta per il mantenimento dei servizi ai cittadini che, purtroppo, ha visto protagoniste solo alcune centrali sindacali e che non è stata combattuta da alcuna forza politica! Senza fare sconti anche ai cittadini sanniti, da troppo tempo assenti come opinione pubblica dal dibattito sul loro stesso destino come comunità e sugli strumenti per uscire da una condizione di crisi endemica, si deve evidenziare in pieno l’ignavia, il pressappochismo, l’impreparazione ed il personalismo fine a se stesso palesati da una classe politica, quella sannita, ancora una volta del tutto inutile rispetto alle vere ed importanti sfide per il futuro della nostra collettività, a tutto vantaggio dello sviluppo dei territori circostanti. L’accorpamento della Prefettura – prosegue Porrino – porterà con sé la chiusura o il ridimensionamento della Questura e del Comando del Corpo dei Vigili del Fuoco, sicché per tutti i servizi di emergenze e tutela del territorio si dovrà fare riferimento ad istituzioni lontane che non potranno garantire né l’immediatezza degli interventi, né la sicurezza in un territorio vasto quale quello sannita, da tempo al centro degli interessi della criminalità organizzata. Abbiamo sempre sostenuto che solo i servizi erogati dallo Stato a tutti i cittadini, ai costi contenuti che solo lo Stato può sostenere, consentono di costruire quelle condizioni macroeconomiche da cui nasce lo sviluppo economico e sociale dei territori. Sottraendo questi servizi, si condanna la collettività alla stagnazione (attuale) ed alla povertà (prossima)! Dietro le roboanti ed inutili pseudo-riforme della Pubblica Amministrazione, questo è il vero senso delle politiche dei Governi degli ultimi quindici anni, compreso, se non soprattutto, l’attuale: concentrare le risorse ed i servizi solo in alcune zone del Paese e creare in quei bacini le condizioni dello sviluppo per favorire lo spostamento sociale verso quei territori. Il nostro sindacato – conclude – contrasteranno sempre questo disegno neo elitario, stimolando l’opinione pubblica del Sannio a prendere coscienza del grave problema e a diventare, finalmente, soggetto principale del proprio sviluppo.”
Staremo a vedere…